Francesco Gentilini. Una domenica mattina
Una domenica mattina è la mostra di Francesco Gentilini in programma da sabato 26
marzo a domenica 24 aprile alla Galleria Il Triangolo di Cremona.
Curata da Donatella Migliore e realizzata con il patrocinio e la collaborazione del
Comune di Cremona, l’esposizione raccoglie una ventina di dipinti di Francesco
Gentilini, modenese di nascita ma cittadino del mondo, artista a tutto tondo: architetto,
pittore, scrittore, musicista.
Le tele esposte raccontano storie di un territorio - quel nastro continuo di pianura dalla
bassa Lombardia all’Emilia – dove è profondamente radicata una tradizione fatta di
luoghi e personaggi che tutti noi conserviamo nel nostro immaginario. Le microstorie di
quartiere con i suoi protagonisti, improbabili attori nella scenografia della vita, fanno da
contrappunto a ricordi di viaggi lontani, dalla Liverpool trasognata in atmosfere silenti alla Hopper, alle sterminate distese delle praterie americane nelle quali il ricordo della
letteratura on the road si lega indissolubilmente a quello personale, autobiografico. E poi
ci sono il mare, soprattutto l’Adriatico, e la Romagna, con la dimensione feriale e
quotidiana delle tipiche pensioni romagnole e delle cabine di legno dei bagni di una volta
Un affresco storico, un romanzo per immagini che affonda in una dimensione intima della
pittura, per restituirci una geografia e una storia che sentiamo vicine per latitudine, ma
soprattutto per tradizioni e comune patrimonio culturale.
Architetto e urbanista, Francesco Gentilini dagli anni ‘80 affianca all’attività di architetto
quella di pittore, ispirata dagli interessi di grande viaggiatore e appassionato di
fotografia, cinema, musica e letteratura americana. Una molteplicità di linguaggi sempre
connessi tra loro, in un rapporto seducente e complice originato anche dalla
frequentazione a Modena, tra gli anni’ 60 e ’70, di scrittori e poeti (Corrado Costa e
Adriano Spatola), operatori culturali (Rosanna Chiessi), artisti (Franco Vaccari, Bonvi,
Carlo Candi, Gianni Valbonesi, Francesco Guccini...). Pur influenzata dal rigore razionale
della sua poetica architettonica, la pittura gli concede una maggiore libertà creativa nel
raccontare la vita semplice e quotidiana della provincia e la realtà di luoghi lontani,
unendo ricordi ed esperienze vissute in un mix di autobiografia e immaginazione che dà
vita anche alla pubblicazione di due romanzi.
Tra le sue esposizioni si ricordano quelle presso il Collegio San Carlo di Modena (2013),
il Castello di Formigine e il Consorzio Creativo di Modena (2015), il Palazzo Comunale di
Modena (2016), oltre alle personali Statale 17 alla Galleria Cantore di Modena (2016)
e Istanti presso la Biblioteca del Daverio a Milano (2017), entrambe curate da Philippe
Daverio.