Mostra di Rodolfo Zito
Da
venerdì 21 aprile a domenica 23 aprile, tre giorni di festa animeranno il
Centro Storico di Ponte San Pietro. CKI Italy Artchivio Enamel Museo dello
Smalto, l’Associazione Italiana Amici del Presepio di Ponte San Pietro, l’Associazione
Artistica Culturale Un fiume d’Arte, la Banda Cittadina di Ponte San Pietro,
Paola Ghisleni e Giovanni Perico MADONNARI DI BERGAMO, con il patrocinio e il
contributo della Città di Ponte San Pietro, organizzano infatti la “Settimana
della Cultura”.
In programma mostre, un ascolto di musiche d’organo con il Maestro Sergio
Rovetta, laboratori all’aperto, visite guidate dalla Chiesa Vecchia al Museo
dello Smalto, passando per la Pinacoteca Vanni Rossi. E che ne dite di una
caccia al tesoro nelle chiese della città?
L'evento per questa giornata sarà con la mostra di Rodolfo Zito a cura del dott. Luca Nava.
La vicenda artistica di Rodolfo Zito va letta nel contesto storico di riferimento, ovvero
come caso atipico nel panorama del “secolo breve”. Zito non è uno di quegli artisti dal
nome altisonante, è uno di quelli che non sceglie il luogo e la data giusta per
nascere, ma che per una o più congetture della vita si trova a vivere un
ribaltamento di paradigma: lui nel secolo delle avanguardie artistiche, dello
sperimentalismo spinto su tutti i fronti dall’astrattismo alla pop art, dall’arte
concettuale alla transavanguardia e postmoderno, si trova a vestire i panni del
vessillifero della figurazione di intonazione classica ma, lo fa e sta qui l’originalità
di Zito a parere di chi scrive; in una veste iconografica guidata da un
eclettismo completamente nuovo. La formazione dell’artista nella bottega
dell’affrescante napoletano Antonio Cannatada Polistena è il principio di un
modo di concepire l’arte in termini di segni e colori, legati più che a
concetti a un’idea, meglio in intuito, che interpola suggestioni e intuizioni.
Gli elementi, si potrebbe dire le figure
simboliche della tradizione classica, da lui riproposte dopo essere state
assorbite dagli esempi della pittura seicentesca e settecentesca romana e
veneta, con alcune inclinazioni verso le suggestioni
dei modi degli artisti nord europei in particolare, generano pur mantenendo il
loro significato originario che la tradizione a loro ha conferito, un effetto
nuovo nella interazione e nel contesto nel quale l’artista li inserisce, alla maniera
del genere del “capriccio”. Genere pittorico, diffusissimo nell’ambiente
del Gran tour settecentesco, il capriccio da Zito viene esteso a tutti i generi
pittorici, cosi che il dato spaziale e travolta anche quello temporale della
scena pittorica, assumono confini sfumati e non sempre ben individuati. La pittura di Zito insegue una forma di
bellezza oggi fuori moda, indefinibile, dominio di una suggestione romantica e antica, portata
all’attualità al confronto e attraverso una critica intelligente e sarcastica
nei confronti del modernismo. (Luca Nava)