Empatia astratta

10/06/23 18:00 - 25/06/23 21:00

All’arrivo del Piccolo Principe il Cavaliere Azzurro sembrò non sorprendersi troppo di quella visita imprevista, condusse orgogliosamente il giovane ospite alla scoperta della sua vastissima collezione di opere d’arte astratta e improvvisò per l’occasione un’inattesa lezione:

«Lo storico dell’arte tedesco Wilhelm Worringer, in una celebre dissertazione del 1908 che aprì la strada al nascente astrattismo, individuò nel bisogno di astrazione e in quello di empatia i due poli della sensibilità artistica umana: nell’arte di ogni popolo assistiamo alla prevalenza dell’uno o dell’altro polo, in virtù del volere artistico e della concezione del mondo di ciascuna cultura.

Grecia ed Egitto rappresentano gli esponenti più rigorosi di due impulsi artistici antitetici: il naturalismo organico greco, espressione di un sereno rapporto panteistico di fiducia tra l’uomo e il mondo esterno, in opposizione all’astrazione geometrica egizia, inorganica e cristallina, unica possibilità di emancipazione da un mondo esterno percepito come oscuro ed ostile.

Nelle opere di Linda Callioni impulso di astrazione e impulso di empatia raggiungono un equilibrio simbiotico, non più una contrapposizione, bensì una riconciliazione resa possibile da un dialogo costante tra mondo esterno e universo interiore; in questa raffinata astrazione lirica ogni segno vibra intimamente di una spontanea vitalità che lo anima dall’interno, collocando così la pittura di Linda agli antipodi dell’astrazione analitica di matrice geometrica, come pure della concezione worringeriana di astrazione inorganica.

Già ai tempi del Blaue Reiter Vasilij Kandinskij e Franz Marc teorizzarono una forma di “empatia astratta”, individuando nell’astrazione il risultato pittorico di una relazione empatica dell’artista con il mondo naturale, nel caso di Marc, o con il regno spirituale, in quello di Kandinskij.

La pittura di Linda Callioni custodisce in sé quest’estetica dell’astrazione come empatia: l’astrazione nasce ora da una comunione empatica col mondo esterno e non più da una timorosa fuga da esso. L’arte di Linda ha dunque esiti astratti in virtù di questo stretto legame con la vita, da cui scaturiscono un inesauribile afflato pittorico e un incessante fermento vitale delle forme; l’astrazione abbandona il ruolo di rassicurante rifugio attribuitole da Worringer, per assumere il dinamico ruolo di cassa di risonanza emotiva, arena dell’animazione dell’inorganico.

Attraverso il filtro della sensibilità interiore i colori e le forme assumono un’autonoma vitalità organica, si sviluppano dinamicamente colonizzando la tela con un’elegante astrazione lirica spesso dominata dall’horror vacui. I segni crescono, si rincorrono e si moltiplicano trasformandosi in simboli: stelle, corone, cuori, lettere, fiori; questa astrazione in gestazione perpetua è sorretta da un linguaggio segnico in ebollizione, che conserva le tracce di un ancestrale universo simbolico. La pittura diventa un dispositivo magico per astrarre la realtà naturale e creare un’autonoma ed inedita realtà pittorica, dove elementi formali e cromatici si sviluppano seguendo ritmi vitali propri».

 Il Cavaliere Azzurro tacque improvvisamente, si avvicinò al Piccolo Principe e gli indicò una graziosa coroncina dipinta al centro di un grande quadro; il Piccolo Principe la riconobbe raggiante, quindi l’afferrò e se la mise in testa.

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