San Ludovico al Bretto
La storia della chiesa è legata a uno dei rami della famiglia Tasso: I Tasso del Bretto.
A partire dal 2007 la Chiesa ha subito notevoli interventi di restauro in cui, oltre alla messa in sicurezza dell’edificio, sono stati riportati alla luce tre cicli di affreschi di epoche diverse.
Le sue origini risalgono, probabilmente, già a metà del Trecento anche se la prima data certa è il 1504, ovvero la data che compare scritta più volte in calce agli affreschi del presbiterio. Tra la fine del Quattrocento e l’inizio del Cinquecento la chiesa fu ampliata e decorata per volere di alcuni esponenti della famiglia Tasso che la consideravano come una proprietà di famiglia.
Gli affreschi esprimono la memoria di devozioni particolari, come sostituiti di un’orazione perenne del committente ai suoi santi protettori e richiamano una verità di fede. In questo caso è il sacrificio di cristo, visto come evento centrale della storia, che è testimoniato dal trono di grazia e dalla crocefissione raffigurati sulla parete absidale, nonché dal Cristo apocalittico che si proclama “luce del mondo” e dall’agnello mistico, raffigurati nella volta del presbiterio. All’esterno della chiesa sono visibili gli stemmi tassiani, caratterizzati dal tasso, dal corno, dall’aquila e dalla torre, che richiama il casato tedesco dei Thurn und Taxis, a testimonianza della consapevolezza dei blasoni raggiunti dal ramo tedesco della famiglia.
Il Polo Culturale “Mercatorum e Priula/vie di migranti, artisti, dei Tasso e di Arlecchino” organizza per il terzo anno consecutivo “Chiese Aperte”, un’iniziativa pensata per riaprire le piccole chiese site nei territori di Camerata Cornello, Dossena e San Giovanni Bianco.
Si tratta di chiesette sparse nelle frazioni dei tre comuni che sono per la maggior parte dell’anno chiuse e inaccessibili al pubblico, ma le quali conservano dei veri e propri tesori artistici di mano Ceresa o Baschenis, per citarne alcuni.