Ninna nanna – Altre storie
Trenta pagine, scritte durante questo maledetto lockdown, che completano i “frammenti da un possibile monologo” presentati lo scorso anno. Sono storie che coprono tre momenti della mia vita: l’infanzia, la pubertà e l’adolescenza. Si parte con l’odiato Ospizio Bergamasco Marino, un mostruoso edificio tentacolare che aveva ingurgitato, in oltre cent’anni, intere generazioni di bambini del proletariato e dove avevo vissuto i miei primi drammi esistenziali. C’è, poi, la cascina Melli, quella di mia madre, un luogo fra i più belli della mia infanzia, con la sua meravi- gliosa ortaglia, la fienagione e il lavoro nei campi. Ci sono i canonici momenti di aggregazione della scuola e dell’oratorio, che ricordo nelle storie brevi de “Il bacio” e di “Ping pong”: la mia iniziazione all’amore e la mia passione per il tennis da tavolo. Per arrivare alle vacanze, spensierate e indimenticabili, dagli zii, a zonzo per la campagna bresciana, tra fontanili, campi di cocomeri, “bèle tuse” e cucina contadina. Di seguito, io che cresco, diventando il più alto della classe, e le magistrali, dietro la stazione dei pullman, con tante splendide ragazze intorno e io che mi innamoro della profe di latino. C’è la rivolta studentesca e l’occupazione con tutto l’armamentario del caso: eschimo, kefiah e basco. Ci sono i viaggi, con amori e amici vari: 30.000 chilometri in giro per Europa. E c’è, infine, il mio terribile rimpianto per il tempo andato.