Sarò la tua memoria
Mario Calabresi (Milano, 1970) è un giornalista e scrittore. Ha lavorato per 25 anni come giornalista in diverse testate nazionali.
Nel 2000 viene assunto al desk politico di "Repubblica" per passare un anno dopo alla redazione romana della "Stampa", dove segue temi di politica interna e internazionale. Nel 2002 torna a "Repubblica" da caporedattore centrale, prima vicario e poi responsabile dal 2004. Alla fine del 2006 si trasferisce a New York, dove segue tutta la campagna elettorale del 2008 che ha portato alla Casa Bianca Barack Obama.
Nel 2009 diventa direttore della "Stampa", il più giovane nei 150 anni di storia del quotidiano. Realizza l’integrazione totale tra carta e digitale; ripensa completamente gli spazi e i flussi di lavoro (creando il primo museo di un giornale); contribuisce a fondare il progetto Europa; lavora con Google alla creazione della Digital News Initiative e dello standard Amp e lancia una newsletter quotidiana. Nel gennaio del 2016 torna a "Repubblica" come direttore, e qui rimane tre anni, focalizzandosi sul giornalismo digitale, lanciando l’app Rep e i Facebook live in Italia.
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Molte Fedi sotto lo Stesso Cielo presente il tema di quest'anno: "Appassionati al presente" si focalizza nel mutevole mondo vitale nel quale siamo inseriti, del quale siamo attori e simultaneamente custodi. Spesso abbiamo la percezione che tutto stia volgendo alla distruzione: il cambiamento climatico, le disuguaglianze crescenti, l’erosione della partecipazione, lo sviluppo economico a corrente alternata nei paesi del mondo, le guerre che imperversano e irrigidiscono i rapporti internazionali.
Ma nonostante ciò, probabilmente occorre semplicemente tornare ad appassionarci al presente, a ciò che abbiamo fragilmente tra le mani, e investire su ciò che ancora nemmeno immaginiamo. Se è vero che non tutto è sotto il nostro controllo, è anche vero che possiamo renderci docili alle metamorfosi, ma dobbiamo anche avere il coraggio di fidarci, e nella fiducia agire. Non una rivalsa, non una conquista, forse una responsabilità leggera sentita come collettiva.