Dante - La lingua e la parola
Presso la Sala delle carte del Centro Culturale delle Grazie, viale Papa Giovanni XXIII, 13, Bergamo, dalle ore 17,30 alle ore 19.
Dante - La lingua e la parola
Dante "nuovo Adamo" e la mistica della parola nel De Vulgari eloquentia.
Relatore: Gianni Vacchelli.
Vogliamo dedicare i primi quattro incontri del primo periodo del nostro anno sociale 2023/2024 al tema della dignità della lingua e della parola, prendendo spunto dal trattato che Dante intitola De vulgari eloquentia, proprio per dimostrare ‒scrivendo in latino‒ la superiorità del volgare!
A partire da questa sua convinzione, ampiamente ed acutamente argomentata, Dante scriverà la Commedia in volgare e si ritaglierà ‒ “sesto tra cotanto senno” – un posto d’onore tra i maggiori autori della letteratura classica: Omero, Orazio, Ovidio, Lucano e Virgilio (If IV, 85 ss.).
Ma i meriti del nostro non finiscono qui...Riportiamo le parole di Mirko Tavoni:
«Dante merita bene di essere chiamato, senza alcuna retorica, “padre delle lingua italiana”, grazie alla Commedia. Ma è anche il primo che, in incredibile anticipo sui tempi della storia, e segnatamente prima di avere lui stesso scritto quel monumento di fondazione, annuncia l’esistenza di una lingua italiana ‒ attribuendole peraltro caratteri molto diversi da quelli che appunto la Commedia imprimerà nella nascente lingua letteraria italiana.
Ovviamente, negli anni in cui Dante ideò e scrisse il Convivio e il De vulgari eloquentia, una lingua “italiana” comune non esisteva. Esistevano sì i volgari municipali, come li chiama appunto Dante [...]. Ma non esisteva affatto quello che Dante nel Convivio chiama «volgare italico» (I vi 8), «lingua italica» (I ix 2), «italica loquela» (I x 14), «parlare italico» (I xi 14), e nel De vulgari chiama «vulgare latium», o volgare di sì, e cioè una lingua volgare comune all’intera penisola. Dante è così “profetico” non solo da prevederne il futuro successo ma da dichiararne l’esistenza presente e descriverne le caratteristiche. Cioè Dante dichiara l’esistenza e descrive le caratteristiche di una cosa che non esisteva. Come è stato detto giustamente, Dante inventa l’Italia linguistica» .