L’intermezzo di Aratea: voci dal contemporaneo
Per concludere solennemente il nostro primo trimestre, la sera della vigilia dell’Immacolata, alle ore 20,45, vi proponiamo un concerto d’archi nella Chiesa di Santa Maria Immacolata delle Grazie con quattro giovani musicisti: Francesca Benesso, Violino; Anna Beltrami, Violino; Flaminia Virdis, Viola; Paolo Tomasini, Violoncello. Eseguiranno musiche di W. A. Mozart e D. Shostakovich.
Presenta Nicola Vavassori.
L’ingresso a tutti gli incontri è libero.
Quartetto d’archi
Primo quartetto:
W. A. Mozart
Quartetto per archi n. 19 in do maggiore "Delle dissonanze", K 465
I. Adagio. Allegro
II. Andante cantabile
III. Minuetto e trio. Allegro
IV. Allegro molto
Secondo quartetto:
D. Shostakovich
Quartetto per archi n. 8 in do minore, op. 110
I. Largo
II. Allegro molto
III. Allegretto
IV. Largo
V. Largo
Riportiamo le parole di Mirko Tavoni:
«Dante merita bene di essere chiamato, senza alcuna retorica, “padre delle lingua italiana”, grazie alla Commedia. Ma è anche il primo che, in incredibile anticipo sui tempi della storia, e segnatamente prima di avere lui stesso scritto quel monumento di fondazione, annuncia l’esistenza di una lingua italiana ‒ attribuendole peraltro caratteri molto diversi da quelli che appunto la Commedia imprimerà nella nascente lingua letteraria italiana.
Ovviamente, negli anni in cui Dante ideò e scrisse il Convivio e il De vulgari eloquentia, una lingua “italiana” comune non esisteva. Esistevano sì i volgari municipali, come li chiama appunto Dante [...]. Ma non esisteva affatto quello che Dante nel Convivio chiama «volgare italico» (I vi 8), «lingua italica» (I ix 2), «italica loquela» (I x 14), «parlare italico» (I xi 14), e nel De vulgari chiama «vulgare latium», o volgare di sì, e cioè una lingua volgare comune all’intera penisola. Dante è così “profetico” non solo da prevederne il futuro successo ma da dichiararne l’esistenza presente e descriverne le caratteristiche. Cioè Dante dichiara l’esistenza e descrive le caratteristiche di una cosa che non esisteva. Come è stato detto giustamente, Dante inventa l’Italia linguistica» .