Un cuor di tigre nella pelle d’una donna
Sabato 2 marzo un pomeriggio musicale con un panorama sonoro di quanto si poteva ascoltare a Londra, Napoli e Venezia tra Cinque e Seicento.
Dai song britannici alle arie italiane il passo è breve: la musica strumentale conquista maggior indipendenza e le arie diventano musiche per cantare, sonare e ballare (ogni tipo di danza: Pavane, Gagliarde, Brandi, Correnti, Bergamasche, Follie ...) genere in cui si contraddistingue Giovanni Giacomo Gastoldi, dove la ludicità e il senso ritmico risaltano in un linguaggio semplice ed efficace divenendo un fenomeno che dilaga in tutta Europa.
Ma un’armoniosa composizione architettonica è anche l’opera di Andrea Falconieri, tanto vicino al Basile quanto John Dowland a Shakespeare: combinando lo stile spagnolo a quello italiano nasce una sorta di aria strumentale dove gli aspetti innovativi vanno di pari passo con una scrittura contrappuntistica che consolida il processo evolutivo del basso continuo e rende la musica strumentale indipendente da quella vocale.
Oltre a Dowland, Falconieri e il caravaggino Gastoldi, gli altri autori proposti saranno Antony Holborne e Giovanni Stefani, con l’aggiunta di alcune danze anonime.