TOXICON
Il dolore silenzioso del dipendente affettivo
a cura di Chiara Emma Cerri
Un libro di auto-aiuto.
La sua finalità è quella di non far sentire solo il lettore nella terribile avventura di una violenza psicologica o di un abuso emotivo.
Lo si leggerà tutto d’uno fiato o a pezzetti a seconda di quanto ci si identifichi con i personaggi presentati.
A tirare le fila di molteplici racconti (veri), c’è la protagonista Elisa, che come tante donne, si innamora di un uomo con il quale si sposa e ha due figlie. Lui, Andrea, è un avvocato. Un uomo molto affascinate incredibilmente intelligente. Fin dall’inizio della frequentazione le appaiono gli elementi di un carattere impegnativo, ma la persona che ha di fronte possiede anche molti lati buoni, così si illude di avere, con il tempo, il potere di smussare le asperità e meritare quell’amore. Nella prima parte del testo sono fotografate “storie” amare. Il lettore noterà degli asterischi. Quelli riportano a piè di pagina a delle note dell’autrice che sviluppano alcuni, salienti elementi sempre presenti nelle storie di prevaricazione e manipolazione. Enorme cura è stata posta a non ricreare l’identikit del cattivo a tutti costi, bensi a puntare l’attenzione sull’enorme bagaglio emotivo e di grande contraddizione che la Persona altamente sensibile si porta appresso nella vita. Vi sono poi i “pensieri dell’anima” che inframezzano le storie riportate. Questi sono stralci di diario, nel quale Elisa ci fa conoscere anche elementi delicati del suo passato familiare, dove è già possibile intravvedere il delinearsi una struttura di personalità sensibilissima, attenta sempre al particolare e al dettaglio.
Prerogativa dell’alta sensibilità infatti è quella di essere estremamente empatici: sentire e provare perfettamente l’inquietudine dell’altro ed intervenire velocemente anticipandolo, non per nutrirsene, ma per alleviare il suo disagio. Nella seconda parte, si è scelta la metafora del “Lunapark”. Apparentemente luogo scintillante ed attraente, ma che rivela al proprio interno angoli paurosi ed inquietanti. “Il tunnel degli specchi”,” le montagne russe”, “il toro meccanico”,” il tiro al bersaglio”, “il labirinto” , nonché l’ “exit: via d’uscita”, sono tutti posti dell’illusione. La persona dipendente affettivamente quasi si ostina a voler rimanere dentro la propria situazione sperando di aver voce in capitolo per poterla cambiare e tuttavia si logora nel continuo tentativo di rendersi sempre più disponibile ed amabile.
La terza parte è dedicata alla ricostruzione della Persona. Preso atto di quali sono i propri schemi mentali e quali le dinamiche che agiscono su noi stessi in modo disfunzionale, si può divenire autentici, guardano la realtà con nuovi occhi e raccontandosi la verità, non quello che si è desiderato fosse. Un testo di auto aiuto che invita ad un gesto di estrema umiltà: quello di saper chiedere aiuto. Non sentirsi più vittime della situazione, sarà il primo elemento di trasformazione e rinascita. A quel punto la ferita, smetterà di spurgare, cambierà colore e con questo, significato.
Chiara CerriPedagogista Trainer e Counsellor Professionista - il Metodo di Carl Rogers - Approccio Centrato sulla Persona.Ingresso liberosino ad esaurimento posti