Opα

04/04/24 20:30 - 22:30

Opα, la prima produzione della società Room to Rent, pone le basi per un approccio artistico che si nutre inizialmente di un’esplorazione dell’identità che attinge alle origini – geografiche, identitarie, di genere – ma che è anche attratto da un rapporto diretto con il pubblico durante la performance, permettendo all’interazione con il pubblico di essere immediata e integrando l”inatteso’ nel discorso, sfumando così i confini tra realtà e finzione. Il piacere che guida la performance, l’intuizione e la necessità come base creativa hanno tutti guidato l’autorialità scenica da cui Mélina Martin ha gradualmente creato la propria produzione.

HELENE
Afferma: Sono la donna più bella del mondo.
Aggiunge: non sono io che l’ho deciso, è Omero che l’ha detto. È seduta sulla sua sedia. Ride e apre i suoi grandi occhi.
È a Sparta, sulla sua terrazza con il caffè e la sigaretta. Quei momenti in cui si apprezza la vita. Nessuna crisi, non ancora, solo il sole greco che picchia. Afferma: Paride viene e mi porta via. Io lotto, ma lui è più forte di me. Grido “Menelao!”, ma lui non mi sente, in Grecia tutti fanno un pisolino, è molto irritante. Piange. Il viaggio verso Troia non è stato molto piacevole.
Ride. Dice che esistono diverse versioni del mito. No, non mi ha rapito, mi ha sedotta, sono stata sedotta.

LEI È BELLISSIMA
La figura di Elena mette in gioco la questione della bellezza.
I vari testi, scritti nel corso dei millenni, le conferiscono un carattere ambiguo, la sua storia è a volte oscura, a volte contraddittoria. È stata presa con la forza da Paride? O ha ceduto all’amore a prima vista? È manipolata o manipolatrice? Attiva o passiva? Pura o puttana? Felice o infelice? Solo una cosa è certa: Hélène è bellissima. Attraverso lei voglio mettere in discussione, sul palcoscenico, il potere dell’aspetto fisico.
Mi identifico con lei, non fisicamente, ma perché ho paura, una paura profonda che a volte sopraggiunge, quella di essere bloccata in un’immagine. Un’immagine bella, liscia, morbida e passiva, che fluttua senza trovare un modo per ancorarsi. Voglio dare potere a Hélène, incarnarla con forza davanti a un pubblico e per esso, per lottare contro questo essere confinata.

LEI È SUL PALCO
Uno dei punti di forza di Hélène sul palco è quello di giocare con i pensieri dello spettatore. Dicendo “Sono la donna più bella del mondo”, la sua immaginazione è subito collegata. Fingendo di incarnare la sua fantasia, creo delle aspettative. Poi spingo il cliché un po’ oltre, rivelando la sua mostruosità. Le aspettative vengono deluse, lo spettatore è fuorviato. Pendendo dalle labbra di Hélène, sia ingannato sia sedotto, impaziente di sapere se la propria immaginazione sarà soddisfatta o, al contrario, stravolta di nuovo.
Non si tratta di interpretare una Hélène “sola”, ma una Hélène davanti a un pubblico, qui e ora. Il rapporto tra il palcoscenico e il pubblico è quindi quello del presente della performance. Quello che consente di interagire con il pubblico in modo da portarlo nel luogo che si desidera. Un’interazione diretta, che tiene conto dell’imprevisto, delle varie reazioni possibili e che, grazie a una libertà di improvvisazione nella forma, può integrarle nel discorso.

LEI È GRECA
Il mio legame più diretto con la figura di Elena deriva dalle mie origini. Anch’io sono greca. Greca per metà. Amo la Grecia e amo il mio lato greco, che mi nutre tanto sul palco quanto nella vita.
È dalla “mia Grecia” che attingo la solarità e la gioia di vivere. Mi spinge sul palco. Per altri sembra che recitino con coraggio, io faccio appello alla mia Grecia. Attingo dai miei ricordi, dalla mia musica, dai miei incontri, dalla mia famiglia, dalle risorse, dalla sensibilità, dai modi di fare le cose, di comprendere e risolvere. Li uso come motori della recitazione, come materiale teatrale. La mia Grecia costituisce un materiale vivente e gioioso da cui posso attingere e che arricchisce la mia pratica attoriale.
Ma è come esule dal mio paese del cuore che arrivo ad apprezzarlo nella sua interezza. Esiliata come Elena a Troia per dieci anni, prima di essere riportata a Sparta. Anche lei è stata sopraffatta dalla nostalgia?

ideazione e interpretazione – Mélina Martin
in collaborazione con Jean-Daniel Piguet

light design – Leo Garcia
stage manager – Leo Garcia, Laurie Gerber, Filipe Pascoal

produzione – Compagnie Room To Rent
coproduzione Arsenic – centre d’art scénique contemporain, PREMIO – prix d’encouragement pour les arts de la scène

Teatro Sociale, Città Alta
Bergamo (BG)
035.4160 601 / 602 / 603
da 15 a 19 euro