La storia del santo traditore

29/06/24 21:00 - 22:00

Produzione di Teatrattivo; attore: Gianfranco Piersanti; musiche dal vivo di Stefano Dobetti; regia di Ettore Colombo

Agosto 1806: il brigante Vincenzo Pacchiana, meglio noto come “PacìPaciana”, viene ucciso e la sua testa, consegnata ai francesi, viene esposta come trofeo sotto la ghigliottina posizionata nel campo della Fara, vicino a Porta S. Agostino a Bergamo. Subito fioriscono leggende popolari, poi confluite nel folklore locale, attorno alla figura di questo fuorilegge che ruba ai ricchi e aiuta i poveri, di questo presunto Robin Hood della Valle Brembana che combatte le ingiustizie vendicando i torti subiti e mette in scacco gli sbirri e i francesi. Un altro brigante, Carcino Carciofoli è in fuga per tornare nelle sue valli. Carcino si fa accompagnare per un tratto di strada da un giovane pastore. Durante una sosta gli racconta alcuni episodi della sua vita e aneddoti sulla vita del Paciana. Un punto di vista dal basso di un momento storico complesso e drammatico, quello della fine del tradizionale e paternalistico governo veneziano e quello dell'irruzione violenta della modernità, rappresentata dalle nuove idee importate sulla cima delle baionette dalle armate napoleoniche. Su uno sfondo storico fedele e coerente si ricostruisce una vicenda nella quale i “valleriani”, gli abitanti delle valli bergamasche, già provati dalle miserie quotidiane, dalla fame, dal cattivo raccolto, dalle malattie, dai provvedimenti emanati dalle nuove autorità, dalla distruzione progressiva del “loro” mondo e della “loro” cultura, proiettano le loro aspettative, i loro sogni, le loro confuse aspirazioni, ma anche la loro radicale estraneità a tutto quello che arriva dalla città e “da fuori”.

A livello drammaturgico e stilistico si è scelto di utilizzare il cosiddetto “pavan”, una sorta di lingua franca, ricca di termini lombardi, veneti, bergamaschi, bresciani, che vanta una lunga storia nella tradizione teatrale italiana a partire dal XVI secolo. Al momento recitativo, che attinge in alcune sequenze alle tecniche della Commedia dell'Arte, si affianca durante lo spettacolo l'esecuzione dal vivo di musiche e motivi popolari tradizionali della Valle Brembana, coerenti con il contesto storico dentro il quale si muovono i personaggi.

Fondaco del Sale
via Salvecchio 11 Città Alta
Bergamo (BG)
335.207659
Locandina
gratuito, offerta libera
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