Sul trapezio con Kafka
In occasione del centenario della scomparsa di Franz Kafka lo Studio Vanna Casati presenta la mostra Sul trapezio con Kafka dell’artista bergamasco Michele Savino. Similmente al trapezista di un suo celebre racconto, il quale trascorreva giorno e notte sul trapezio per totale dedizione alla sua arte, Franz Kafka sentì la necessità di esonerarsi dal mondo per poterlo osservare dalla giusta distanza, o più precisamente altezza. Come ebbe modo di appuntare nei Quaderni in ottavo, egli si trovava costantemente sospeso tra la terra e il cielo, condannato in solitudine all’impossibilità di raggiungerli: avrebbe voluto scendere, ma lo tratteneva il cielo, desiderava innalzarsi, ma era vincolato alla terra.Subendo l’incomprensione della società del suo tempo, Kafka non cercò tuttavia di fuggirla, né tantomeno di opporvisi; paradossalmente sentì invece la necessità di rimanervi, come un escluso, o meglio un esonerato, lucido nella scelta di osservare la vita piuttosto che di viverla attivamente.Michele Savino, nella cui ricerca affiorano spesso i temi della sospensione e dell’esonero, si confronta con l’opera kafkiana estrapolandone brevi frasi o singole parole, che, decontestualizzate, si relazionano l’un l’altra suggerendo inediti e stranianti percorsi di lettura. L’artista utilizza come supporto vecchie pagine di quaderno in carta sottile, rievocando in tal modo l’abitudine di Kafka di scrivere su semplici quaderni scolastici, e le espone all’interno di cassette entomologiche, in allusione alla celebre Metamorfosi. Ricorre, come spesso avviene nella sua ricerca artistica, a svariati giochi di parole e anagrammi, dai quali emergono in filigrana le tematiche kafkiane dei rapporti lavorativi e di potere, affrontate però con una costante e sottile ironia di fondo. Tra le opere in mostra figura infine anche un vero insetto spillato, autentico reperto entomologico di un Gregor Samsa ormai secco e trafitto, più che esonerato, palesemente inetto.