L'insostenibile leggerezza dell'essere
«Il corpo era una gabbia e al suo interno c’era qualcosa che guardava, ascoltava, aveva paura, rifletteva, si stupiva. Questo qualcosa, questo resto, lasciato dalla sottrazione del corpo era l’anima». Anima e corpo, leggerezza e pesantezza, fedeltà e tradimento, gioia e tristezza. Una trama che attraversa il tempo. Due coppie, unioni, intrecci, separazioni e una certezza: «l’opposizione pesante-leggero è la più pesante e la più ambigua tra tutte». L’insostenibile leggerezza dell’essere, capolavoro di Milan Kundera, un libro straordinario, un classico-moderno, pietra miliare della letteratura del Novecento, a proposito del quale Italo Calvino scrisse: «Ci dimostra che nella vita tutto quello che scegliamo e apprezziamo come leggerezza non tarda a rivelare il suo peso insostenibile. Forse solo la vivacità e la mobilità dell’intelligenza sfuggono a questa condanna: le qualità con cui è scritto il romanzo, che appartiene a un altro universo da quello del vivere».
Voce narrante: Maximilian Nisi (Roma)
Pianoforte: Stefano De Meo